L'ambiente sempre più dinamico dell'economia e del lavoro sembra rendere sempre più indispensabile una serie di comportamenti che guardano al "qui e ora", sia da parte degli imprenditori che dei lavoratori. Ma cosa comporta per il risultato finale?
Potremmo definire l’analisi che segue come consapevolezza delle proprie azioni per ottenere il massimo risultato.
È necessario fare un po’ di chiarezza, calma e lucida chiarezza, soprattutto perché ogni input che provenga dall’esterno tende a dimostrare quanto sia importante essere impegnati per ottenere successo, risultati, più contratti, più contatti, maggiore visibilità, contenuti di maggior condivisione.
Imprenditori e lavoratori sono lanciati in questo metodo mentale, che in realtà è imposto dall’esterno, anche dal vivere frenetico che ciascuno si trova ad affrontare, non solo sul luogo di lavoro. L’interconnessione mondiale è ormai ai massimi livelli, tutti possono essere raggiunti da chiunque in tempo reale e ciascuno può venire a conoscenza di qualsiasi notizia occorra più velocemente del pensiero.
Data la velocità con la quale questo sistema si è evoluto, parliamo di pochi anni, non ha dato il tempo per valutarne le conseguenze e soprattutto per educarci a essere noi a gestire il sistema e non il contrario.
La calma, la ponderatezza, l’analisi sono state sostituite dal fare presto, prestissimo. È urgente, è necessario sia urgente. Ma questo modus operandi è solo una forma mentale per affrontare le questioni, ormai è diventato talmente un’abitudine che appare sia reale.
Coloro che affermano che non sia così o che sia troppo facile se non sei nei loro panni, si troveranno presto a doverlo tenere di conto, perché il mondo sta cambiando. Troppo si è spinto nella direzione dell’accelerazione spasmodica e pare non si sia più in grado di tornare indietro. Questo non è del tutto vero. Il mondo e gli individui hanno ampliato le conoscenze, le tecniche, tutti sono molto più informati rispetto a solo 10 anni fa. Quindi non si tratta di tornare indietro ma di creare del nuovo a partire da ciò che si sa.
Non tutto quello che si conosce è davvero necessario e non tutto quello che si fa è davvero produttivo. Ogni azione è compiuta partendo dal pensiero di voler ottenere un risultato finale di successo. E, per quanto sopra scritto, si confonde l’essere molto impegnati con il risultato.
Si contano le azioni fatte nella giornata, quante telefonate, quanti contatti, quante email, quante riunioni, quante conference-call. Ma questo non è il risultato. Un enorme numero di impegni non garantisce alcun risultato. Queste sono solo azioni. Quante di queste azioni hanno prodotto un risultato? Quanti nuovi contratti? Quanti nuovi clienti? Quante strategie messe a punto? Quanti problemi risolti in modo definitivo? Quante soluzioni trovate a problemi esistenti? Quanti clienti supportati e aiutati? Questi sono i risultati che vanno ricercati. Essere impegnati e trafelati non significa ottenere risultati.
Sono sempre di più gli esperti aziendali o di dinamiche efficienti che avvisano riguardo a questo fraintendimento. Quante riunioni interminabili che derubano del tempo prezioso potrebbero durare solo quindici minuti? Per ogni atteggiamento diventato abitudine si potrebbe fare un’analisi.
E dato che insistiamo a considerare il tempo come il fattore più importante, visto che riguarda la durata della nostra vita, una rimarchevole considerazione su questo va fatta. Come dice Brian Tracy, uno dei più stimati esperti di efficienza aziendale e di espressione del potenziale personale, non ci sono scuse per chi vuole cambiare e “Ogni minuto che spendi nella pianificazioni risparmia dieci minuti nell’esecuzione”.